giovedì 30 giugno 2016

Politica e parità di genere in Tunisia

Visto che ho già parlato e ancora parlerò di quanto fanno schifo gli uomini italiani, quest'oggi ho deciso di bypassare l'argomento (anche se ne avrei da raccontare visto che non vi smentite mai) e trattare in vece di un argomento decisamente migliore.
La Tunisia ha infatti fatto dei passi avanti per il raggiungimento della parità di genere in politica.
Il 15 giugno del 2016, infatti, il Parlamento tunisino ha approvato un elemento che garantisce alle donne una maggiore rappresentanza nella politica locale, in quele che sono le elezioni comunali e regionali e comprende una proposta che prevede che ci sia lo stesso numero di uomini e donne sia nelle liste elettorali che all'interno di ogni ogni lista.
Entrambe le poroste sono state adottate dall'Assemblea dei rappresentanti del Popoli, passando con 127 rappresentanti su 134 .
Per la prima volta 17 donne parlamentari (mi sa più delle nostre) che fanno parte di diversi partiti e idologie politche hanno votato all'unanimità e si sono attivate per favorire la parità di genere in politica.
Quest'azione politica comporterò che nelle elezioni locali previste nel marzo dell'anno prossimo le donne avranno una maggiore rappresentanza nei consigli comunali e regionali del Paese.
Secondo il Gender Gap Report del 2015, la Tunisia si è classificata 69° (su 145) in termini di empowerment femminile che secondo dal rappresentante delle UN Whomen Leila Rhiwi garantirà l'effettiva partecipazione delle donne alla vita tunisina.


Fonti:
http://www.unwomen.org/

giovedì 23 giugno 2016

Petizione



Campagna anti sessita: "Sei pronta per la prova costume?"

Sembra che sia stato per volontà del sindaco di Londra, ma è una lunga battaglia che le femministe britanniche stanno combattendo da molto tempo e comunque non è la prima città a farlo.
Sembra infatti che Sabid Khan abbia messo al bando per sua espressa iniziativa e volontà i manifesti pubblicitari che girano suoi mezzi pubblici e che propongono stereotipo negatici che minano l'autostima delle persone.

Cosa vuol dire questa cosa?

Un po' di psicologia: non si tratta di eliminare fotografie e pubblicità che fanno uso del corpo (nudo e non), ma elimina quelle pubblicità che impongono uno standard di bellezza irreale e non realistico visto anche che le stesse modelle e gli stessi modelli vengono ritoccati.
Questo procedimento di marketing nel corso degli anni ha creato standard estetici sempre più restrittivi e che esercitano forti pressioni sui giovani (soprattutto donne) che quindi vengono auto-suggestionate che, per vivere, devono piacere e per piacere devono avere un determinato aspetto che ormai ha raggiungo l'irreale, oltre che non salutare.

Khan, però, non è che una mattina si è svegliato e ha detto "ora che sono sindaco di Londra, faccio quel che voglio", non è idiota e ha seguito la corrente sempre più progressista e sociale che da anni in Inghilterra si sta battendo (e contrariamente all'Italia non viene derisa, ostracizzata, insultata perchè "non piace agli uomini") e ha quindi deciso di avvalorare questa politica affermando in un'intevista:
Come padre di due adolescenti, sono estremamente preoccupato per questo tipo di pubblicità che sminuisce le persone, in particolare le donne, e le spinge a vergognarsi dei loro corpi.
E' così appassionato che si dice intenzionato ad affidare a una commissione di vigilanza sulle pubblictà con tanto di censura delle immagini di stereotipi sbagliati.
Secondo le fonti italiane, infatti, il signor Khan appena eletto si è preoccupato subito di fare censura.
Nei servizi pubblici e sui cartelloni cittadini, quindi, certe pubblicità (discriminazione di genere e che sviliscono fisicamente - e quindi emotivamente e psicologicamente - le persone con difetti fisici) in quanto in quei posti si è costretti a vederli e non si può cambiare posto e a quelle dodicimila pubblicità che all'anno subiranno delle censure a Londra...  signori pubblicitari: fatene di migliori, perchè non è censura: la liberà è tale fino a quando non lede quella degli altri e se ferisci e violi l'individuo non puoi parlare di "libertà", "provocazione" o "buoni propositi": sei solo ipocrita, soprattutto se, come in questo caso, non si lede solo il singolo, ma un'intera parte della popolaizone.
E' proprio come la pubblicità che è stata la prima vittima di questa campagna anti-psicosi-fisica su cui Khan si è in primis scagliato: una ragazza (di quanti? Quindici anni?) magra con un bel seno e un atteggiamento sessualmente provocante che ti chiede "sei pronta per la prova costume" (tormentone da mesi su tutte le riviste femminili - come l'arte del perdono), e che la ditta di prodotti per l'allenamento dice essere solo una pubblicità che aveva la sola intenzione di motivare i consumatori a migliorarsi e a curarsi di più per una vita sana ed essere più forti.

Certo, sto parlando io, nel cui Paese le grandi intelighenzie itellettuali femminile della televisione e dei giornali dicono che si, quelle pubblicità sono sbagliate ma vendono, quando non è vero: sono solo parte di un circolo vizioso che innesca l'insicurezza nell'autostima e che impone uno stato di ansia e insicurezza che porta a comprare-comprare-comprare.
Che poi... vende... sul serio fanno così schifo in marketing? 
Nei fatti, in Italia i giornalisti hanno subito veleggiato all'ipocrita politically correct secondo cui se il sindaco fosse stato cristiano ci sarebbe stata un'insurrezione sulla libertà di espressione, contro bigottismo e simili.
Capirete che questi signori venerabili esigono che la donna sia solo un oggetto sessuale.
Agli imbecilli che pensano una cosa del genere, vorrei far notare un paio di cose:

  • ci sono studi che dimostrano che l'oggettivazione sessuale di genere da parte dei media ha peggiorato la situazione sociale delle donne
  • ci sono studi e indagini che da anni denunciano l'ossessione di un corpo "da pubblicità" che molti adolescenti intuiscono come lo standard da perseguire e che portano a problemi di salute quali bulimia e anoressia. In Italia quanti sono? Due milioni gli adolescenti che soffrono di queste malattie?
  • sono gli adulti per primi che impongono questi standard agli più giovani.

Vorrei anche far notare che nei Paesi Nordici, non sono i primi ad aver fatto una cosa simile.
In Norvegia Trondheim, la terza maggior città del Paese, a maggio ha bandito gli annunci pubblicitari con modelle e modelli seminudi con lo scopo di affrontare le istanze collegate a un'immagine negativa del corpo e le attiviste che lo hanno promosso stanno ora chiedendo agli altri di imitarla. Il consiglio comunale cittadino ha infatti votato (perchè non è come sembra dai resoconti italici e nell'immaginario collettivo del nostro paese o nel cervello bacato di certi Primi Ministri: bisogna che si voti) per la rimozione di tutti i cartelloni e tutti gli striscioni che possono contribuire a creare problemi sull'immagine corporea, seguendo la politica che dice:
"Nessuna pubblicità che convoglia una falsa immagine dell'apparenza di chi fa da modello/a e contrinuisce a un'immagine del corpo sarà permessa. come minimo, le pubblicità in cui le forme del corpo sono state ritoccate dovrebbero essere apertamente presentate come tali"
Non credo che abbiano accusato di volere la Shari'a anche il consigliere Ottar Michelsen quando nella tivù di stato norvecese ha affermato che:
Dobbiamo rifletere bene su che tipo di pubblicità contribuiamo a diffondere. Non dobbiamo diffondere immagini che contribuiscono alla crescente pressione sull'immagine corporea
perchè
Se siamo seri nel discutere il tipo di pressione cui sottoponiamo la nostra gioventù sull'apparenza fisica, allora abbiamo anche in mente che tipo di pubblicità avere. Dobbiamo essere consci di che tipo di modelli sono usati e quando sono pesantemente manipolati mostrando corpi del tutto irrealistici.
Giusto per la cronaca questo signore norvegese ha detto le stesse cose del primo cittadino di Londra, solo con meno phatos paterno ma più razionalità sociale.


E soprattutto, quel musulmano ha solo cavalcato l'onda: nel 2015 la modella in bichini ha fatto esasperare qualche buon anima che ha portato a cenitnaia di segnalazioni all'autorità govenativa del settore e ha raccolto firme di protesta.
Non erano tanti, solo SETTANTAMILA (70.000). 
Blyuthe Pepino, cantante del gruppo Vaults, ha replicato alla domanda "are You Beach body ready?" con "each body's ready" che ha avuto il suo seguito.
Quest'azione dal Municipio della capitale britannica è solo la parte di una lunga storia che vuole riprendere la dignità del corpo e restituirlo al legittimo possessore: l'individuo personale.

Citando infine Roper Caitlin (direttrice di campagne per il movimento anti-oggettivazione), voglio ribadire che:

Una pubblicità che riduce le donne a oggetti sessuali per l'uso e l'intrattenimento degli uomini non dovrebbe aver posto in una società progressista.

Alcune fonti:
lunanuvola.wordpress.com
mrctv.org
change.org

mercoledì 15 giugno 2016

Giornalista Marchettaro che fa goliardiche battute sessiste

Chi di noi non ha sofferto un po' guardando l'altra sera l'esordio della Nazionale Italiana agli Europei di Calcio?
A quanto pare se sei donna non puoi. Devi guardare annoiata pregando che l'incubo (che consiste nel calcio in sé in questo caso) finisca presto.
Perché si sa, le tifose di calcio non esistono: sono lì solo per accontentare e piacere un uomo.
Poi ci si stupisce della misoginia ignorante di Felice Belloli che deruba di dignità e fondi le giocatrici di calcio professioniste.
Ma durante la partita di calcio è toccata a una che sicuramente le subisce solo perchè fa il lavoro che fa e si sa che certa gente con cui collabora non manca di arroganza maschilista.
E' Ilaria D'Amico, l'attuale fidanzata di Buffon (mi dispiace per lei, io non la conosco, ma sono ben lontana dal rispettare Buffon come persona e come giocatore). Perché in fondo l'intelligenza dell'uomo medio italiano si sa qual è e se lei è una giornalista sportiva lo è solo per accalappiare un calciatore, ma in verità non ne sa nulla, vero?
Secondo i suoi colleghi giornalisti lei ha tanti buoni motivi per seguire la partita di calcio, mettendo pure sotto inteso che il più importante è il guadagno che Gigi avrà come calciatore.
Primis fra tutti è il goliardico Stefano De Frandis che, nella sua boria del "come è bello fare battute di pessimo gusto", invece di guardare la partita che a quanto pare lo annoiava (perché è un grande tifoso) si divertiva a guardare una tifosa che come mille altri tifosi, si preoccupava per le sorti degli Azzurri (perché si sa, solo lei si preoccupava che Buffon potesse perdere il pallone - io in particolare temevo che lo facesse apposta, ma è un'altra storia) si preoccupa di attivare la telecamera e chiedere se soffriva come conduttrice, tifosa o Wag (che è il modo carino di dire fidanzata di turno - se non peggio - di un calciatore) che è statisticamente più preoccupata dei soldi che porta a casa che del fidanzato in sé.
Lei risponde in maniera estremamente diplomatica: "Ti do' una testata se non ti togli...".
I giornali ora dicono che si scherza con lei, ma non scherziamo.
Lei l'avrà anche presa sul ridere, ORA e solo perché tanto non ha molto da fare e fingerà di essere d'accordo perché se no fa al parte dell'acida, quando sarebbe virile se fosse un uomo.
Ma sappiamo anche che questa non è né la prima, né l'ultima volta che gli pseudo-giornalisti geniali (sì, proprio come quelli che chiedono ai terremotati che dormono in macchina se hanno paura di dormire in casa) insultano costantemente le giornaliste sportive con la battuta MINIMA che sono di parte perché il fidanzato di turno ha cambiato squadra o no (sì, ricordo la replica di una battuta simile su Mediaset) 

Credo comunque che il suo collega sia più marchettaro di lei ed ha l'invidia della vagina. Perché lo dico? Logica: è un uomo.
Non preoccupatevi: se vi sentite offesi, posso dirvi pure ridendo che è uno scherzo.
Ma sappiamo entrambi che è una cazzata, vero?

venerdì 10 giugno 2016

L'APP ANTI STOLKING

Non è allarmismo. Non penso che tutte le donne debbano averle quest'app.
Ma certamente quelle che ricevono molestie da parte di Chicchesia sarebbe bene che le avesse.
Telefono Donna, associazione di volontariato regolarmente iscritta al registro regionale dedicato e facente parte del CNDI e affiliata da Conseil International Des Femmes (ONU) e che trova la sua sede alla Ca'Granda di Milano (il Niguarda, per intenderci), si è preoccupata di creare un'applicazione per combattere queste molestie.
Stop Stalking infatti è stata ideata e realizzata da Telefono Donna con il contributo dell' ASL di Milano e vuole essere un aiuto per difendersi dallo stalking.
OVVIAMENTE l'app è gratuita, è in italiano, inglese, francese, spagnolo e arabo (peccato non ci sia anche in russo e portoghese, ma non si può essere perfetti) ed è compatibile con Adroid e IOS. 
Una volta installata quest'App è come un consulente portatile: consente di avere sempre a portata di mano le informazioni e le strategie utili per contrastare lo stalker, di memorizzare ora, data e luogo degli eventi significativi generando automaticamente il "diario dello stalking" e invia una richiesta di aiuto automatica allo Sportello Antistalkng di Telefono Donna, che è sempre attivo.
Se ancora non volete scaricare quest'app, sulla stessa pagina c'è un pdf scaricabile che consiste (tolte le "pataffiate" della regione) in un piccolo manuale illustrativo sul fenomeno e come agire.
Sappiamo che è poco, ma almeno è qualcosa.
Nella stessa pagina si ha anche le Otto regole per difendersi dallo stalking.
Giusto per la cronaca, le riporto qui sotto in maniera LEGGERMENTE rielaborata:

1 - INFORMATI su associazioni, centri e strutture che possono aiutarti
2 - PARLA perchè solo parlando puoi sperare di aiutarti o che ti aiutano. Va bene tutto, ma i segnali non si colgono così facilmente.
3 - CHIEDI ASSISTENZA perchè da soli non si va avanti, ma serve il confronto e la condivisione per avere forza e si sa fin troppo bene: sei fregata (ricordiamo la storia di Giordana di Stefano che ha avuto la prontezza di chiedere al cugino di andare con lei, ma poi lo ha lasciato andare via ed è rimasta sola col suo omicida codardo e vigliacco che poi è scappato a Milano).
4 - ALLONTANATI lo stalker è un pianificatore e per pianificare a tua volta come agire.
5 - SII PRUDENTE e conserva lucidità e sii semrpe pronta a contattare le autorità.
6 - USA DUE CELLULARI (questa io non me l'aspettavo) e mentre con uno raccogli sms e chiamate dello stolker a cui non devi mai rispondere.
7 - NON SCAPPARE A CASA perchè gli dai un'informazione in più che lo metterebbe in condizione di conoscere dove abiti e dove stanno i tuoi cari e se ti pedina contatta le forze dell'rodine o recati personalmente in questura.
8 - RACCOGLI LE PROVE perchè di certo non lo farà nessuno per te: sii una di quelle donne che ammiri nei telefilm e spetta a te raccogliere e conservare ogni prova del reato: dai biglietti agli sms alle email con cui puoi almeno ottenere un ammonimento giudiziario.


mercoledì 8 giugno 2016

La nonnina che non si perde d'animo

Novantun'enne sulla sedia a rotelle. Questa è l'età di una donna che di perdersi d'animo non ci pensa neanche a volerlo.
Siamo in Piemonte, a Mongrando, in provincia di Biella.
Lei è un'anziana disabile (di cui non si sa il nome e che quindi chiamo Persona) è una anziana signora che come molti suoi coetanei necessitava di qualcuno che basasse a lei.
Nel suo caso questo compito era svolto dal sessantunenne Antonio Fontana.
E' stato lui, però, a non avere speranze e, sentendosi male (probabilmente un infarto), il diciannove maggio di quest'anno ha avuto un collasso ed è morto mentre svolgeva il suo lavoro.
Lei era, ovviamente presente.
Il suo stato le ha impedito di chiamare il pronto soccorso e l'unica cosa che poteva fare era richiamare l'attenzione dei vicini di casa cosa che ha fatto: ha cominciato ad accendere e spegnere la luce, fiduciosa che, nonostante le tapparelle abbassate si sarebbe comunque visto qualcosa.
I vicini si sono resi conto che non c'erano più movimenti nella casa della donna (ma oggettivamente, quanto attirerà l'attenzione un'anziana signora sola e il suo badante...), ma alla fine la sua richiesta di aiuto li ha messi in allarme e hanno chiamato i vigili del fuoco che, poco dopo le 22 di sera sono entrati in casa e hanno trovato l'anziana signora, disidratata e confusa.
Ricoverata d'urgenza, la donna ha vinto la sua battaglia.

Certo è triste sapere che per due giorni nessuno si è preoccupato di chiamarla o andarla a trovare, ma lei è stata coraggiosa e tenace. Chapeaut.




martedì 7 giugno 2016

IRIScan Book Executive 3

Tempo fa mi si ruppe il mio vecchio scanner.
Nulla di terribile, nè inaspettato: con più di 10 anni di onorabile attività, il mio vecchio scanner della Canon era ormai incompatibile anche con il vecchio pc. Mi è stato vicino ANNI, ma ormai negli ultimi tempi si bloccava e non funzionava e quindi, quando ha fatto il suo ultimo respiro, non mi sono sorpresa.
Per molto tempo mi sono arrangiata come potevo, ovvero scroccando gli scanner altrui.
Il problema principale è la comodità di utilizzo.
Spesso trovavo e mi trovo tutt'ora a dover avere delle scansioni in giro.
Chi è studente, infatti, deve poter avere la reperibilità di alcuni libri o per lo meno alcune pagine di essi e, diciamocelo, non a tutti basta la fotografia del cellulare. 
Io stessa, comprato il primo smartphone, ho notato la piacevolezza di una fotografia di buona risoluzione per i documenti, ma spesso serve qualcosa di più.
Qui entra in gioco l' IRIScan Book Executive 3, un aggeggio semplicemente mica male. Anzi. Io l'ho adorato da subito.

La prima volta che sentii parlare di uno scanner portatile di questo tipo fu da mia sorella, proprio quando ancora piangevo le spoglie del mio amato Canon. Me ne innamorai subito, se non fosse per il prezzo che era decisamente lontano dalle mie tasche: sono fanatica di tecnologia, ma 200 euro risulta essere sempre un prezzo troppo elevato per me.

Mi sono ritrovata a doverlo usare in più di un'occasione, ritrovandomi estremamente soddisfatta:

  • Ho scansionato una pagina di scuola che mia nipote doveva mandare a una sua amichetta e la cosa difficile è stata trovare l'adattatore della microsd che le avevo regalato per il compleanno. In questo caso, poi, devo ammettere che forse una fotografia sarebbe bastata, ma l'amichetta era dalla nonna, quindi la cosa era impossibile
  • Ero in biblioteca e dovevo scansionare delle pagine per delle ricerche universitarie, ma i libri erano troppi per poterli ordinare tutti
  • Dovevo mandare dei documenti a un amico, 
  • Dovevo acquisire fuori casa delle immagini su cui lavorare.
La comodità strema di questo scanner sta nelle sue forme ridotte e nella sua assoluta leggerezza.
Se l'inghippo può essere che necessita delle classiche pile, questo io lo definirei anche un vantaggio: non avendo bisogno di essere sempre controllato se in carica o no, può essere sempre a disposizione.
Da quando l'ho comprato ho sinceramente dimenticato di utilizzare altri scanner anche perchè se ci sono fascicoli interi da scansionare, bisogna per forza di cose avvalersi di un altro genere di scanner che comunque non tutti, necessariamente, riescono ad avere a disposizione e implica la presenza di una stampante e di un luogo fisso dove stare e comunque, nonostante tutto, scansionare più di una pagina con questo adorabile strumento non è nè difficile, nè lunga.
Anche le istruzioni presenti sulla confezione e dentro di essa permette l'uso agevole e la comprensione del suo funzionamento.

Trovo anche interessante il prezzo: spesso è possibile trovarlo a prezzi inferiori rispetto a quello di base e comunque è uno dei prezzi più bassi per prodotti simili: io per lo meno l'ho pagato meno di 100 euro, prezzo assolutamente fattibile e onesto.


sabato 4 giugno 2016

Come difendersi dalle molestie sul luogo di lavoro

Riprendo pari passo un pezzo di un articolo che ho trovato navigano nel web e da cui è nato un altro post.

Trattasi del REGOLE CONTRO LE MOLESTIE SUL POSTO DI LAVORO a cura di Rosa M. Amorevole.



PUNTO 1: Definizione di Molestia Sessuale

Capire cosa sono le molestie sessuali.
Si parla di Molestie sessuali tutti quei comportamenti di carattere sessuale che non sono desiderati da chi le riceve e che ne offendono la dignità.

Si definiscono molestie:
  • insinuazioni e commenti equivoci sull'aspetto esteriore
  • osservazioni e barzellette riguardanti caratteristiche, comportamenti e orientamenti sessuali
  • materiale pornografico sul posto di lavoro
  • contatti fisici indesiderati
  • avance in cambio di vantaggi o delle loro promesse
  • inviti indesiderati con chiaro intento
  • ricatti sessuali
  • atti sessuali, coazione sessuale o violenza sessuale.

La normativa vigente è il Decreto Legislativo 198/2006 (Codice delle pari opportunità) che definisce la molestie:

Quei comportamenti indesiderati, posti in essere per ragioni connesse al sesso, aventi lo scopo o l’effetto di violare la dignità di una lavoratrice o di un lavoratore e di creare un clima intimidatorio, ostile, degradante, umiliante o offensivo»; molestie sessuali: «ogni comportamento di carattere sessuale o fondato sull’appartenenza di genere, che risulta indesiderato a una delle parti, e ne offende la sua dignità.


PUNTO 2: La prima azione da intraprendere

La prima cosa da fare è manifestare in modo chiaro e netto che l'attenzione che si subisce non è gradita. Se si ha paura di parlare direttamente con il molestatore o se questo non ha effetto, puoi scrivere un'email elencando ciò che ti disturba e chiedendo che questi comportamenti vengano interrotti. E' molto importante che si tenga una copia di quanto si ha scritto stampandone una copia e, qualora avessi usato l'email dell'ufficio, inoltrala anche al tuo indirizzo privato.


PUNTO 3: Cosa fare se le molestie non smettono

Bisogna chiedere aiuto: è sempre controproducente affrontare da sola le molestie. Non bisogna nascondere nè tanto meno minimizzare i fatti: non si è responsabili delle aggressioni subite e non si è responsabili se qualcuno ci tormenta, ricatta o abusa di noi.



PUNTO 4: A chi rivolgersi?

Bisogna rivolgersi al consigliere di fiducia del tuo posto di lavoro. Le grandi aziende e le pubbliche amministrazioni hanno (o comunque dovrebbero) avere questa figura nel loro organico. Il consigliere deve ascoltare le parti e cercare una soluzione formale o informale riferendosi al codice etico e quello di condotta dell'azienda. In particolare: se lavori nella pubblica amministrazione c'è la possibilità di chiedere aiuto internamente al Comitato Unico di Garanzia

Puoi se no rivolgerti al consigliere di parità territoriale che agirà gratuitamente e insieme ad un tuo avocato di fiducia. Altrimenti ci sino le organizzazioni sindacali o il proprio avvocato.


PUNTO 5: Raccogli le prove.

Soprattutto in un campo così delicato e così poco considerato, bisogna avvalersi delle prove. Bisogna tenere tutte le email, le lettere, registrare le telefonate, le testimonianze (ormai sembra lecito dire "se trovate qualcuno che ha il coraggio di farlo"). Sappiamo già che nella nostra legislazione non sono ammesse in un processo perché, soprattutto per le registrazioni, non valgono se non si ha l'autorizzazione di tutti i soggetti, ma questo non vuol dire che non siano utili nella trattazione del vostro caso specifico e nella ricerca di una soluzione conciliativa (con riconoscimento economico del danno): spesso le aziende preferiscono chiudere privatamente le questioni.


PUNTO 6: Tenere nota
Bisogna sempre tenere nota di tutto quello che vi accade:
  • Nomi del molestatore
  • date con ora e luogo
  • tipo di molestia
  • la vostra reazione
  • la presenza di testimoni

PUNTO 7: Parlare.
Bisogna parlare. Parlare con i colleghi di cui ci si fida.
Infatti l'ammisione verbale del problema potrebbe essere come la goccia che fa traboccare il vaso (o rompe l'argine dell'Arno) e scoprire che non si è l'unica persona molestata e quindi si potrebbe agire in comune. Il sapere di non essere i soli può anche rassicurare dall'avere o no delle colpe.
Inoltre, anche se non fossero anche loro vittime, possono aiutare nella prevenzione delle molestie, anche solo evitando che si rimanga soli con il recidivo.

Non bisogna provare vergogna: non è chi subisce molestie a doversi vergognare.


PUNTO 8: Contattare gli ex colleghi.

Siamo onesti: i colleghi, seppur solidali, non hanno mai molta voglia di allontanarsi dall'omertà di rito. I motivi vanno dalla paura di essere considerati degli spioni a quella dell'avere il posto di lavoro a rischio (o aver paura che lo diventi). Gli ex colleghi spesso non hanno di questi problemi. Bisogna quindi sentirli: probabilmente alcuni di loro hanno subito lo stesso trattamento e/o sapere di azioni simili e quindi potrebbero testimoniare senza temere ritorsioni.

PUNTO 9: le responsabilità del datore di lavoro.

E' da ricordare che anche se si è precari, il datore di lavoro è responsabile dell'incolumità fisica e psichica dei propri dipendenti e deve adottare tutte le misure necessarie a garantirla come da articolo 2087 del codice civile.


Fonte: http://d.repubblica.it/attualita/2015/10/09/news/toglimi_le_mani_di_dosso_molestie_lavoro_olga_ricci_libro-2797516/