martedì 12 luglio 2016

Diabolik in mostra

Per tutti gli amanti di Diabolik e di tutti quelli che non se ne andranno da Milano o dal suo Interland...
Allo spazio WOW, viale Campania 12, Milano.




Perchè possono andare a quel paese tutti quelli che dicono che il fumetto (di un certo genere) non esiste se non è manga o comics.
Perchè Diabolik persiste ancora.

Fonti:

http://www.museowow.it/wow/it/
http://www.diabolik.it/

lunedì 11 luglio 2016

Egitto e libertà, anche quella di non aver paura (anche di un telefonino)

In Italia l'Italiano Medio si divide in due: chi imperterrito va a Sharm per farsi le vacanze e chi dell'Egitto non ne vuole sentire parlare bene.
Paese Bello ed economicamente a buon mercato, è anche il Paese dove (lasciando perdere gli insulti sessisti dei commercianti e altre uscite razziali che invece sono un po' di tutto il mondo) il caso di Giulio Regeni è esempio palese non solo dell'odio e del razzismo degli Egiziani e l'incompetenza del governo italiano (che già conoscevamo dal caso dei Marò) ma anche dell'opportunismo di altri stati europei (Germania e Francia in primis) che non danno all'Italia per l'ennesima volta il sostegno che avrebbero preteso e avuto loro stessi da un lato (come Europa) e dall'altro approfittano dei rapporti commerciali interrotti per guadagnarci (che i cospiratori potrebbero anche far pensare a un macchiavellico omicidio atto per ledere l'economia estera italiana).
E mentre ci indigniamo mettendoli tutti in un'unico mondo di crudeli razzisti retrogradi delinquenti, cinque ragazzi si fanno valere con tanti di Arresto all'insegna del non "saremmo cresciuti con il rimorso di essere dei vigliacchi" (nota storica patriottica: Garibaldi che ora in molti amano bistrattare perchè così fa figo e si è tanto intelligenti, affermava convinto i Mille - sicuramente quelli della città dei mille - con proclami molto simili: "perchè un giorno non dovremo guardare i nostri figli e dire ' io non c'ero' " o simili).
Ora in Egitto la satira è vietata (mio Dio, non che sia libera davvero qui in Italia, eh!), tanto che se si ha il coraggio di criticale in rete si finisce in prigione.
Voi direte, ovviamente, che ve lo aspetavate, ma non siamo così lontani nè dall'Egitto, nè da quel mondo: al mondo che ha portato ala morte di un ricercatore italiano per mano del governo.
E questo è il caso di giovani uomini poco più piccoli di Regeni, è il caso del gruppo "Ragazzi/bambini di Strada", sei ragazzi giovani e coraggiosi come noi abbiamo smesso di essere.
I Atfal el shawarea loro nomi sono:

  • Ezz Eddine Khaled, 19 anni. Il più giovane.
  • Mohamed Adel, fondatore del gruppo.
  • Mohamed Dessouky
  • Mohamed Yehia
  • Moganed Gabr

finestradonna.blogspot.it



Questi sei ragazzi sono stati arrestati la sera del 9 maggio di quest'anno per aver fato un video satirico in difesa dei diritti umani. Hanno infatti pubblicato nei mesi precedenti diversi video di satira, creandosi un pubblico di quasi 250.000 (duecentocinquantamila) fan su Facebook, con riprese fatte in modo semplice e diretto: i loro cellulari, le strade del Cairo e i loro commenti sui fatti di politica e violazioni di diritti umani con un tocco di ironia e lo slogan "la rivoluzione continua", collegandosi alle proteste in piazza Tahrir (la stessa protesta dove 18 loro connazionali sono state arrestate e torturate), tanto da ricevere anche oltre due milioni di visualizzazioni.
La registrazione che ha fatto traboccare il vaso parlava del blitz dei militari nella sete del sindacato dei giornalisti per arrestare due redattori (i nostri, si sa, sono immanicati con i politici, quindi tranquilli: non succederà mai niente a loro) e della cessione da parte del loro presidente di due isole all'Arabia Saudita.
Il giovane Khaled è stato arrestato per primo, prelevato da casa sua e portato al commissariato di Masr Al Gedida la mattina di sabato 7 maggio per poi finire davanti al giudice con l'accusa di istigazione alla rivolta (che poi, tornando a Regeni, il consulente legale della sua famiglia è finito in carcere per lo stesso motivo) e utilizzo di piattaforme online per insultare le istituzioni dello Stato (nel nostro lo fanno loro con noi e questo dovrebbe essere illegale), e - se non ho capito male - anche terrorismo, protesta in piazza non autorizzata (esatto!) e vilipendio delle istituzioni.
Adel scrive su Facebook che non erano sorpresi della cosa, che in molti dicevano loro che avevano esagerato, ma hanno pubblicato l'ultimo incriminante video perchè non sarebbero potuti crescere con il rimorso di essere stati dei vigliacchi e che se anche fosse successo qualcosa più grandi di loro, loro non si sarebbero mai tirati indietro e nessuno di loro si era pentito, nonostante la paura per il futuro.
L'Egitto, dice, è davvero spaventoso. Ma noi non abbiamo paura.
Il giorno dopo, viene lui stesso arrestato assieme agli altri (uno solo di loro è stato rilasciato su cauzione). E ci sono andati a testa alta.
E noi? Noi non facciamo paura con un Telefoninino, quindi non dobbiamo preoccuparci.




martedì 5 luglio 2016

Eco imballaggio

Forse non tutti sanno (sono ironica, ovviamente) la plastica non è solo qualcosa di vomitevole da vedere nel mare (sin da piccola sono sempre stata tra quelli che guardava schifata la carta del gelato nel golfo di Taranto - Basilicata - dove andavo a bagnarmi, forse è anche per questo che non sono la classica italiana media fanatica della spiaggia), ma anche pericolosa per gli animali acquatici.

http://finestradonna.blogspot.it/
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I FAVOLOSI ESEMPI DEL NOSTRO OPEATO

La Saltwater Brewery, un'azienda americana (Florida - di cui ho già parlato sempre per una questione "verde": la città ad energia elettrica, dimostrando che in quel Paese i fricchettoni si sono evoluti) che produce birra artigianale ha deciso di affrontare il problema degli anelli di plastica che vengono da loro (e altri) utilizzati per tenere unite le bottiglie di plastica (come nei migliori telefilm/comics USA), visto che non è solo l'italiano medio ad essere incivile, ma anche tutti gli altri abitanti del globo.
Cosa hanno fatto quindi?
Sapendo che spesso questi anelli finiscono per imprigionare, soffocare e avvelenare pesci e tartarughe marine (che colpa non hanno visto che in fondo quella è casa loro e non passavano di lì per fare un dispetto ai nostri rifiuti), hanno deciso di creare degli anelli commestibili (e, quindi, biodegradabili) in modo che se proprio gli animali marini ci finiranno in mezzo potranno mangiarseli.

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LA BIRRA E IL SUO IMBALLAGGIO

Come hanno prodotto questo eco-imballaggio?
Sapete il detto "Del maiale non si scarta nulla"? Ecco, loro l'hanno fatto con l'orzo e il grano, o meglio: fatta la birra, ci sono dei residui organici e da questi residui hanno fatto questi anelli che, così, sono 100% biodegradabili e compostabili, nonchè sicuri per ambiente e uomini (anche se io di certo non spasimo per la voglia di assaggiarli).

La Saltwater Brevery ha precisato che questo nuovo prodotto è resistente ed efficiente come il vecchio imballaggio di plastica (solo migliore, aggiungerei io) il cui solo inconveniente è che, per forza di cose, il prezzo di produzione è superiore a quello vecchio.
Si sa, i costi di solito diminuiscono a seconda delle quantità (e parliamo comunque di una piccola fabbrica di birra creata da pescatori, surfisti e altre persone che amano il mare che è parte integrante - se non indispensabile - delle loro vite) e che in fondo basta metterci un bio per vedere i prezzi lievitare, ma per ora la società americana spera solo che i clienti non rinuncino alla loro birra e che siano disposti a pagare di più per mantenere il loro prodotto nella dispensa e aiutare a non inquinare ulteriormente l'ambiente.

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LA FABBRICA


Come si dice: chi vivrà... vedrà. Magari anche altre piccole aziende compreranno il loro imballaggio o formeranno con loro una cooperativa tale per cui i prezzi di produzione di abbassano... intanto rido come una matta nel vedere che chiedono se hai o no 21 anni...