lunedì 11 luglio 2016

Egitto e libertà, anche quella di non aver paura (anche di un telefonino)

In Italia l'Italiano Medio si divide in due: chi imperterrito va a Sharm per farsi le vacanze e chi dell'Egitto non ne vuole sentire parlare bene.
Paese Bello ed economicamente a buon mercato, è anche il Paese dove (lasciando perdere gli insulti sessisti dei commercianti e altre uscite razziali che invece sono un po' di tutto il mondo) il caso di Giulio Regeni è esempio palese non solo dell'odio e del razzismo degli Egiziani e l'incompetenza del governo italiano (che già conoscevamo dal caso dei Marò) ma anche dell'opportunismo di altri stati europei (Germania e Francia in primis) che non danno all'Italia per l'ennesima volta il sostegno che avrebbero preteso e avuto loro stessi da un lato (come Europa) e dall'altro approfittano dei rapporti commerciali interrotti per guadagnarci (che i cospiratori potrebbero anche far pensare a un macchiavellico omicidio atto per ledere l'economia estera italiana).
E mentre ci indigniamo mettendoli tutti in un'unico mondo di crudeli razzisti retrogradi delinquenti, cinque ragazzi si fanno valere con tanti di Arresto all'insegna del non "saremmo cresciuti con il rimorso di essere dei vigliacchi" (nota storica patriottica: Garibaldi che ora in molti amano bistrattare perchè così fa figo e si è tanto intelligenti, affermava convinto i Mille - sicuramente quelli della città dei mille - con proclami molto simili: "perchè un giorno non dovremo guardare i nostri figli e dire ' io non c'ero' " o simili).
Ora in Egitto la satira è vietata (mio Dio, non che sia libera davvero qui in Italia, eh!), tanto che se si ha il coraggio di criticale in rete si finisce in prigione.
Voi direte, ovviamente, che ve lo aspetavate, ma non siamo così lontani nè dall'Egitto, nè da quel mondo: al mondo che ha portato ala morte di un ricercatore italiano per mano del governo.
E questo è il caso di giovani uomini poco più piccoli di Regeni, è il caso del gruppo "Ragazzi/bambini di Strada", sei ragazzi giovani e coraggiosi come noi abbiamo smesso di essere.
I Atfal el shawarea loro nomi sono:

  • Ezz Eddine Khaled, 19 anni. Il più giovane.
  • Mohamed Adel, fondatore del gruppo.
  • Mohamed Dessouky
  • Mohamed Yehia
  • Moganed Gabr

finestradonna.blogspot.it



Questi sei ragazzi sono stati arrestati la sera del 9 maggio di quest'anno per aver fato un video satirico in difesa dei diritti umani. Hanno infatti pubblicato nei mesi precedenti diversi video di satira, creandosi un pubblico di quasi 250.000 (duecentocinquantamila) fan su Facebook, con riprese fatte in modo semplice e diretto: i loro cellulari, le strade del Cairo e i loro commenti sui fatti di politica e violazioni di diritti umani con un tocco di ironia e lo slogan "la rivoluzione continua", collegandosi alle proteste in piazza Tahrir (la stessa protesta dove 18 loro connazionali sono state arrestate e torturate), tanto da ricevere anche oltre due milioni di visualizzazioni.
La registrazione che ha fatto traboccare il vaso parlava del blitz dei militari nella sete del sindacato dei giornalisti per arrestare due redattori (i nostri, si sa, sono immanicati con i politici, quindi tranquilli: non succederà mai niente a loro) e della cessione da parte del loro presidente di due isole all'Arabia Saudita.
Il giovane Khaled è stato arrestato per primo, prelevato da casa sua e portato al commissariato di Masr Al Gedida la mattina di sabato 7 maggio per poi finire davanti al giudice con l'accusa di istigazione alla rivolta (che poi, tornando a Regeni, il consulente legale della sua famiglia è finito in carcere per lo stesso motivo) e utilizzo di piattaforme online per insultare le istituzioni dello Stato (nel nostro lo fanno loro con noi e questo dovrebbe essere illegale), e - se non ho capito male - anche terrorismo, protesta in piazza non autorizzata (esatto!) e vilipendio delle istituzioni.
Adel scrive su Facebook che non erano sorpresi della cosa, che in molti dicevano loro che avevano esagerato, ma hanno pubblicato l'ultimo incriminante video perchè non sarebbero potuti crescere con il rimorso di essere stati dei vigliacchi e che se anche fosse successo qualcosa più grandi di loro, loro non si sarebbero mai tirati indietro e nessuno di loro si era pentito, nonostante la paura per il futuro.
L'Egitto, dice, è davvero spaventoso. Ma noi non abbiamo paura.
Il giorno dopo, viene lui stesso arrestato assieme agli altri (uno solo di loro è stato rilasciato su cauzione). E ci sono andati a testa alta.
E noi? Noi non facciamo paura con un Telefoninino, quindi non dobbiamo preoccuparci.




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